Nuotare in piscina, un modo efficace per misurare il livello di benessere
Sono nata in montagna, eppure amo l’acqua: mi piace sentirla sulla pelle, mi piace farla scorrere lungo il mio corpo mentre nuoto.
Quando ero bambina c’era, a Bressanone, una piccola piscina alimentata dall’acqua dell’Isarco, un fiume che scende dalle montagne: immaginate che acqua gelida! Eppure ci andavo con le mie sorelle più grandi di me e, pur non sapendo ancora nuotare, mi buttavo giù dal trampolino costringendole a prendermi quando riaffioravo dall’acqua. Finché si sono ribellate al mio ricatto di “bambina piccola” e mi hanno detto: adesso basta, per noi puoi anche annegare! È così che ho imparato a nuotare.
Adesso nuoto regolarmente almeno due volte la settimana, ed è una risorsa che mi fa stare bene. Ho amiche e amici che so di incontrare in piscina, e il ritrovarsi regolarmente serve a ognuno di noi per vincere la pigrizia che a volte, specialmente in pieno inverno, prenderebbe il sopravvento. L’entrata in acqua provoca sempre una leggera sensazione di disagio iniziale, che poi man mano passa, lasciando spazio a sensazioni piacevoli e rilassanti. Se sono tesa e preoccupata, impiego più tempo ad abbandonarmi al piacere del contatto con l’acqua e magari non basta un’ora di nuoto per rilassarmi: questo mi dà la misura del mio stato di tensione, mi rende consapevole di come sto realmente, è il mio campanello di allarme.