Più d’uno scrittore, in varie epoche, s’è cimentato nel narrare queste tragiche pagine storiche, vissute magari in diretta, o riportate come una grande metafora per raccontare le vicissitudini del mondo.
Andando indietro con il tempo, il pensiero si rivolge innanzitutto ai “Promessi Sposi”, in particolare ai capitoli XXXI e XXXII in cui Alessandro Manzoni ripercorre con dovizia di dettagli storici, la grande peste che ammorbò l’Italia, ma soprattutto la città di Milano, nel 1630.” La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…”. Manzoni ebbe modo di occuparsi di peste, non solo come romanziere, ma anche come saggista e lo fece con la “Storia della colonna infame”, saggio storico che narra del processo intentato a Milano durante la peste del 1630 contro due presunti untori. La peste descritta dal Manzoni non è la prima narrata, già in epoca classica si ricordano descrizioni a fine storico ad esempio l’opera intitolata “Guerra del Peloponneso” del grande storico ateniese Tucidide, in cui trattò la peste che colpì Atene nel 430 a.C.; sul versante poetico si leggono i versi con cui il poeta-filosofo romano Lucrezio, descrive nel “De rerum natura” la stessa pestilenza, ma 400 anni dopo. Nel medioevo troviamo Boccaccio e il suo “Decameron” che usa la peste come cornice di tutta la storia, ed è la peste che scoppiò in tutt’ Europa nel 1348. Facendo un salto di secoli arriviamo al ‘ 900 ad Albert Camus e alla sua “Peste”: il romanzo pubblicato nel 1947 è ambientato ad Orano, il morbo in questo caso è chiara allegoria della guerra, “e può restare dormiente per decenni, ma non scompare”, fuor di metafora la guerra è sempre in attesa di scoppiare di nuovo.
Per concludere, ricordiamo brevemente alcuni autori: Philip Roth con “Nemesi”, Thomas Mann pubblica “La morte a Venezia”, Jack London “La peste scarlatta”, infine José Saramago con “Cecità”.
Motivata dal drammatico periodo che stiamo vivendo, ho ricordato fatti storici in parte paragonabili alla realtà odierna, descritti da importanti autori. Mai avrei pensato di vivere in prima persona la pandemia con tutta la tragedia che ne consegue, pertanto cerco di adeguarmi attenendomi alle disposizioni sanitarie e facendo del mio meglio, con la speranza che la ricerca scientifica trovi al più presto la soluzione per farci tornare a vivere come prima. Con l’auspicio che il nostro Paese reagisca nel migliore dei modi, cito Alessandro Manzoni “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Grazie Anastasia,
un bellissimo articolo, leggerò la peste scarlatta di Jack London, uno dei miei autori preferiti. questo romanzo non lo conosco assolutamente.
Di cecità esiste ance un bel film recente.
vorrei pubblicare l’articolo su facebook, non trovo il pulsante.