Noi, al tempo del coronavirus, che ci disinfettiamo da chi ci sta accanto; che non stringiamo le mani; che teniamo a bada tutti presumendo siano untori. Noi, che vediamo ammalarsi il nostro mondo e che siamo incapaci di sorridere alle frontiere, poveri della più elementare empatia. Noi, che i limiti alla società che abbiamo costruito proprio non li sopportiamo. Noi, che sentirci questa volta i reietti può aiutarci a crescere nell’umanità. La società che abbiamo costruito annaspa, molti erano i segnali, ora toccano il nostro ombelico e non possiamo guardare dall’altra parte. Siamo obbligati a cambiare passo. Il corpo del mondo -e il nostro- ci parla: chiede cura e attenzione.
Che non si sterilizzi il nostro cuore: che il nostro occhio e la nostra intelligenza sappiano cogliere nuove opportunità. Contagiamo le nostre anime, abbracciamoci forte!
Luisa Adani